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giovedì 25 giugno 2015

MOSTRA D'ARTE CONTEMPORANEA FONDAZIONE A. SIMONINI

La prima edizione della Mostra d'arte contemporanea Fondazione A. Simonini inaugurerà sabato 28 giugno alle ore 10,00 presso la sede dell'omonimo istituto professionale, in via Merulo 9 a Reggio, con la presentazione del suo stesso presidente, Giuseppe Amadei.



L'iniziativa, nata dalla collaborazione tra la Fondazione Simonini, il Club delle Arti Reggiane e la Cooperativa sociale Calicanto, apre le porte dell'istituto scolastico al pubblico durante il periodo estivo, con il fine di utilizzare l'arte sia come occasione di crescita culturale, sia come veicolo conoscitivo delle peculiarità della scuola, che da molto tempo presta particolare attenzione verso coloro che presentano difficoltà di apprendimento causate da disabilità.








La mostra si propone come elemento innovativo per uno scopo non esclusivamente estetico, ma anche sociale, poiché la collaborazione nata tra i tre elementi promotori ha reso possibile una manifestazione che aggiunge un nuovo volto ad un edificio in cui studio e lavoro regnano durante i mesi invernali e che avvicina il talento artistico a quello professionale, grazie ad una esposizione che si compone di oltre 300 quadri, realizzati con estrema maestria da oltre quaranta artisti provenienti da tutta Italia e appartenenti al Club delle Arti Reggiane: Claudio Apparuti, Mario Bartoli, Maurizio Bartoli & Victoria, Brenno Benatti, Cecilia Bonazzi, Franco Borghi, Margherita Caldanini, Luigi Camellini, Paolo Camellini, Primo Canepari, Elis Carretti, Sandra Casoni, Maria Rosa Chiarello, Marco Chiari, Serena Chiari, Maria Pia Dall'Asta, Augusto Fantini, Claudio Frassinetti, Carmelo Fusolini, Carlo Govoni, Ivan Lazzaretti, Marco Lugli, Felice Maietta, Simone Morani, Mentore Menozzi, Eugenio Montanari (Tanari), Pietro Musiari, Emanuele Pantaleoni, Giovanni Parmiggiani (Ural), Claudio Pezzini, Gianni Pontiroli, Pasquale Rapicano, Valda Rigoni, Maura Salsi, Gianni Samini, Gianfranco Sarzi, Jessica Steri, Laura Suarez, Chiara Tarana, Catia Tollapi, Claudio Verri, Valeria Zini, Corrado Zuelli.
L'interessante esposizione, che vede la direzione artistica del Club delle Arti Reggiane, rimarrà aperta e visitabile sino al 2 agosto, ogni giorno, dalle ore 9,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 19,00.

Per informazioni e contatti: luigicamellini@gmail.com; gianfrancosarzi@alice.it; Augusto Fantini 3296358206.  


mercoledì 29 aprile 2015

ARTE IN TABACCHERIA: PERSONALE DI RENATO BIOLCATI

RENATO BIOLCATI E L'ARTE DEL FERRO

Opere realizzate piegando un materiale apparentemente inadatto per l'arte figurativa, in una sorprendente mostra.

16 aprile - 2 maggio

Spazi espositivi 
TABACCHERIA DEL VENTO
Via del Perugino, 2 - MODENA

dal lunedì al sabato 7,30 -13.00 e 15.30 - 19.30




sabato 7 marzo 2015

IL SEGNO VISIBILE

IL SEGNO VISIBILE

mostra personale di

CLAUDIO FRASSINETTI

INCONTRO CON L'ARTISTA SABATO 14 MARZO 2015 ORE 18.00



Disegni a matita plasmano il chiaroscuro, creato dall'immaginazione e reso immagine,

 offrendo nuova forma alla realtà portata sul foglio, mentre l'artista la libera in una nuova 

dimensione. Luci e ombre si fondono in composizioni vive, in ritratti di natura e di persone, 

visibili e reali.

a cura di Stefania Ferrari

3 MARZO – 3 APRILE 2015

Sala espositiva TRATTORIA CAFFETTERIA SIPARIO

Via Allegri, 1/a - Reggio Emilia

Apertura: ore 12.00 – 14.30 19.00 –23.00

L'artista Claudio Frassinetti con la curatrice Stefania Ferrari
Info: igiardinidiafrodisia@gmail.com

Il segno, e quindi il disegno, è stato la prima forma d'arte e il primo mezzo di comunicazione scritta, dal tempo degli antichi uomini. Da allora si è evoluto, perfezionato, eppure ora come millenni fa, questo linguaggio grafico resta ancora il più immediato e potente, pur nella sua apparente semplicità.
Apparente perché la padronanza di questa tecnica non è da tutti: c'è chi è un maestro del colore, chi della materia, chi dell'incisione, ma il disegno, per essere vera espressività, necessita di cura, pratica e talento, condizioni senza le quali il disegno è solo un insieme di insignificanti tratti.
Claudio Frassinetti dimostra con le sue opere di possedere queste tre qualità, attraverso le quali i suoi soggetti possono passare dallo stato del reale a quello dell'immaginato, momento in cui la figura, percepita dall'occhio, si trasferisce sulla carta, acquisendo nuova forma, nuova dimensione e, soprattutto, nuovo significato.
I temi affrontati da Frassinetti sono i più vari e indagano nelle profondità dell'umano nella sua totalità, non solo in quelle dell'animo. Non solo l'amore, la natura o la semplice rappresentazione diretta della realtà sono ritratti, ma anche le età dell'uomo, la sua gioia o la sua disperazione, il sentimento di amicizia, il contatto con la morte o, al contrario, con la vita, nello schiudersi di un fiore o nel sorriso di un bambino, nell'incondizionato e fedele affetto di un cane.
I suoi chiaroscuri raccontano una intensa gamma di emozioni, tante quante ne esprimono le varie sfumature che magistralmente esegue con la sua matita.
Ecco quindi che possiamo apprezzare un pomeriggio sulle rive di un torrente, che possiamo ascoltare le storie passate, raccontate da una anziana donna che lenta ma ancora energica raccoglie legna. Possiamo immaginare i leggeri passi di danza di una ballerina che ci saluta con un inchino, mentre di ben altro tenore sono i sentimenti che ispirano, assai vividi, visi pieni di angoscia che appartengono a persone stremate, che vivono in luoghi lontani.
Questo ineffabile disegnatore è quindi capace di esprimere elegantemente fremiti poetici, come di dichiarare spietatamente situazioni che muovono a riflettere sul nostro mondo contemporaneo, così tanto contraddittorio.
Ed è questo, a mio parere, ciò che realmente dovrebbe fare un artista: utilizzare le proprie capacità sì per diletto, ma con la profonda consapevolezza che i suoi quadri possono e devono andare oltre, per lasciare un'impronta profonda, che sia uno spunto per superare il semplice apprezzamento estetico.
Claudio Frassinetti utilizza luci e ombre non solo per realizzare i suoi disegni, ma getta luminosità evidente anche sulla bellezza o sulla manchevolezza umane, senza prediligere l'una o l'altra, ma rendendo palesi entrambe, perché questo in effetti è ciò che siamo.
La sua capacità di interazione con la natura circostante e con le persone, propria evidentemente di una personalità aperta e spontanea, unita all'abilità artistica, gli permette di creare quadri che non sono soltanto cristallizzazioni di istanti, ma piccole considerazioni filosofiche, massime di vita, pensieri liberi da condizionamenti accademici e che senza dubbio, ad ogni sguardo, lasciano un segno.

Un segno molto visibile.

Stefania Ferrari

Foto di gruppo in occasione dell'incontro con l'artista, il 14 marzo 2015



domenica 1 febbraio 2015

POETICO NAÏF

POETICO NAÏF



mostra personale di

LUIGI CAMELLINI

INCONTRO CON L'ARTISTA

SABATO 14 FEBBRAIO 2015 ORE 18.00





Le storie della propria terra, dei ritmi legati alla stagionalità del raccolto, le attività rurali, i 

racconti attorno al fuoco e i canti nei campi. Un' esistenza semplice, “nativa” nel suo termine

 più sincero, per ritrovare l'armonia perduta e riappropriarsi della vita, ogni giorno, 

poeticamente.


a cura di Stefania Ferrari


3 FEBBRAIO – 3 MARZO 2015

Sala espositiva TRATTORIA CAFFETTERIA SIPARIO

Via Allegri, 1/a - Reggio Emilia

Apertura: ore 12.00 – 14.30 19.00 –23.00






Info: igiardinidiafrodisia@gmail.com


L'arte naif è qualcosa che fa parte della nostra terra e della nostra cultura, è strettamente legata al lavoro dei campi, al ritmo dei raccolti, al mutare delle stagioni. Sono pennelli intinti nel colore del grano e in quello della neve, del tramonto e dell'alba, in un'alternanza del tempo che era ancora legato alla natura e alla sua lentezza.
Sono esperienze di vita vissuta che le nuove generazioni non conosceranno e che vengono raccontate attraverso quadri che possono essere considerati alla stregua di documentazione storica, proprio perché riportano immagini di un mondo che non è più.Questo è il compito che si prefigge Luigi Camellini che, grazie alle sue tele, tratteggia i contorni della sua infanzia trascorsa tra le campagne, in compagnia di coetanei che correvano nei campi, in compagnia magari dei nonni che raccontavano storie ai più piccoli o rincorrendo qualche animale da cortile.
I protagonisti dei suoi quadri sono covoni di fieno, filari di viti, botti in cui gorgoglia il vino o in cui, incurante della frenesia esterna, invecchia l'aceto balsamico.
Il panorama è idilliaco, sereno e semplice, appunto naif, nativo, in questo senso letterale del termine, che segue l'inclinazione dell'uomo ad adeguarsi al passo della natura, senza volerla superare, violentare, sfruttare, distruggere.
Ecco allora che i suoi quadri mostrano qualcosa di anomalo: accanto al racconto poetico di un'esistenza semplice e felice, si insinua a sorpresa una descrizione che si scolora: l'ambiente ha sembianze ingrigite, scompaiono i campi per far posto alle strade, i ruscelli non sono più fonte di divertimento o di pesce che contribuiva al sostentamento delle famiglie, ma si riempiono di rifiuti e le loro acque sono tossiche per ogni forma di vita. Il panorama non è più alternanza di albe e tramonti, ma luci artificiali irrompono nella notte, sostituendo lo scintillio dolce delle stelle e la luminosità morbida della luna. Persino l'arcobaleno perde la sua brillantezza, soffocato dallo smog.
Pur mantenendo la dolcezza e lo sguardo puro della poetica naif, i quadri di Camellini riescono non tanto a muovere una critica, ma a porre un monito alle generazioni contemporanee su quanto, sino a pochi decenni fa, il mondo era in grado di offrire e su quale potrebbe essere il futuro in base al presente. Persino il ruolo dei nonni è cambiato: da raccontatori di storie e dispensatori di esperienza, a compagni di videogiochi e ore davanti alla televisione, regni incontrastati dei nipoti tecnologici.
Credo che questa nuova interpretazione del naif sia un vero merito, perché unisce uno stile pittorico tradizionale a un messaggio che può essere senza dubbio recepito, attraverso quelle sue pennellate piene di armonia e tranquillità, alla ricerca di un tempo perduto, per dirla alla Marcel Proust, che potrebbe, anche se in minima parte essere recuperato o, almeno, non essere dimenticato e che potrebbe rappresentare un'alternativa a una vita ben poco a misura d'uomo.
I ricordi d'infanzia sono il trait-d'union di ogni dipinto di Luigi Camellini, che ha fatto di questo stile così particolare il suo metodo espressivo d'elezione, ottenendo risultati il cui livello è innegabile e che portano ad apprezzare i quadri anche a chi cultore del naif non lo è mai stato. La trasparenza del tratto e la gioiosa semplicità delle storie raccontate, perché di questo alla fine si tratta, rendono le sue tele apprezzabili da parte di chiunque, perché chiunque può riconoscersi in quel rammentare o in quel sognare un mondo migliore.
Stefania Ferrari


martedì 23 dicembre 2014

NOVELLARA SI COLORA - VIII MOSTRA D'ARTE

NOVELLARA SI COLORA

VIII MOSTRA D'ARTE

Novellara si colora, questo il titolo dell'edizione 2014 di questa straordinaria e ormai consueta mostra d'arte, che ha quindi il piacevole compito di scaldare con ogni codice cromatico la graziosa cittadina della Bassa.



Il Club delle Arti Reggiane, in collaborazione con il Comune e la Pro Loco novellaresi, ha promosso anche quest'anno l'incontro, che ha inaugurato sabato 20 dicembre e proseguirà sino al 6 gennaio 2015 e che si prospetta nuovamente quale evento di grande significato culturale, riunendo un alto numero di virtuosi di pennello, matita, scalpello e tutto ciò che permette di esprimere la creatività ai massimi livelli. Una settantina di artisti, provenienti da tutta Italia, espone le proprie opere nella grande sala polivalente “Nomadi”, trasformata per l'occasione in una galleria che non mancherà di stupire per la ricchezza dei lavori esposti, in un tripudio di fantasia, tecnica e talento al servizio della pittura, del disegno, dell'incisione, della scultura, del cesello.
“Novellara città d'arte” si legge all'ingresso dello storico abitato, in cui la Rocca domina dal tempo e dall'alto, popolata di eventi passati e dai loro spiriti inquieti.
L'arte dunque, legata alla tradizione ma anche al rinnovamento, al piacere della bellezza e a quello di ritrovarsi per festeggiare il periodo natalizio ad un appuntamento imperdibile per tutti i cultori dei linguaggi espressivi.
Unite in un unico obiettivo, all'insegna della passione per la creatività, le proposte espositive presenti nella rassegna curata dal Club delle Arti Reggiane, rappresentano sicuramente una notevole antologia di abilità artistiche, nonché un forte invito a considerare l'oggetto d'arte quale più reale incarnazione della nostra cultura. Cosa dunque più indicato di un quadro o una scultura, per rendere un dono natalizio non solo originale, in ogni senso del termine, ma anche portatore per l'intelletto di un significato profondo, che non si estingua con lo spegnersi delle luminarie festive?



Trasformare un gesto, spesso dettato da una convenzione di matrice commerciale, in qualcosa che recuperi il vero significato di dono durevole, come risultato di un atto creativo ispirato, forse renderebbe qualcosa di inconsueto quel pacchetto dorato sotto l'albero.
Grande soddisfazione, per l'alta partecipazione di artisti e l'ottimo livello delle opere presentate, da parte di Augusto Fantini, presidente del Club delle Arti, e del suo braccio destro Luigi Camellini, come sempre animati dalla volontà di diffondere l'amore per l'arte e la conoscenza delle tecniche, al più vasto pubblico possibile, soprattutto attraverso iniziative come questa di Novellara si colora. L'evento è, infatti, un'occasione per far avvicinare alle muse ispiratrici non solo coloro coloro che già si dedicano a qualche attività che contempli l'utilizzo di strumenti creativi, ma anche, se non soprattutto, coloro che ancora non ne abbiano manifestato interesse o attitudine. La curiosità può essere madre della conoscenza in ogni ambito e in particolare modo il pubblico più giovane può trovare, in eventi come questo, un impulso a un approfondimento e, chissà, scoprire un talento che altrimenti rimarrebbe sopito.



Nella mostra si posso ammirare opere sia figurative, sia astratte e concettuali, passando per la tradizione tutta nostrana del naif, ma anche attraverso la scultura e la tarsia del legno, forse non tra le più conosciute e praticate dalle nostre parti, ma che riserva creazioni sorprendenti esposte nella sala. La ceramica, tra i fiori all'occhiello della nostra industria, viene qui proposta in veste decorativa, attraverso lavorazioni che ne fanno veri gioielli d'arredo d'arte.
Paesaggi collinari e che ritraggono le nebbiose rive del Po, sono pezzi classici che non mancano in questa preziosa collezione espositiva, così come opere che esaltano la figura umana, grande protagonista in tutta la storia dell'arte e che sempre e da sempre affascina nella sua perfetta armonia di forme e movimento.
Lo spirito indomito di questo gruppo di artisti, è stato imbrigliato in una poetica espressiva che rende omaggio a tutta la passione per un linguaggio decodificato grazie a forma e colore, tramite lavoro e competenza, seguendo un impulso creativo, che altro fine non ha se non ritrarre se stesso, nell'attimo in cui viene alla luce.
Tutto questo, è racchiuso nella rassegna di Novellara, aperta al pubblico tutti i giorni dalle 10,00 alle 12.30 e dalle 14,30 alle 19,00 sino al 6 gennaio, con ingresso libero.

lunedì 27 ottobre 2014

NAIF LUNGO LE RIVE DEL PO



Lo stile naif è qualcosa che fa parte del DNA di chi vive lungo le sponde del Po, come se nelle vene circolasse una parte che appartiene a quel fiume immenso e alla sua storia, alle sue acque, alle sue piene, al suo fascino arcano di cui si ha reverenza e a volte timore.
Tutto questo è stato raccontato in una mostra collettiva a Gualtieri (RE) chiusasi il 26 ottobre, che ha riunito dieci tra i migliori pennelli naif a Palazzo Bentivoglio e organizzata dal Club delle Arti Reggiane.



I quadri hanno sottolineato quanto questo genere pittorico sia ancora ben vivo e riservi veri gioielli di un'arte che affonda le radici nella cultura contadina e rivierasca, forte di una tradizione che non è stata dimenticata, ma canta con voce chiara attraverso colori e figure immersi in un tempo sospeso in cui lavoro e passione si fondono, procurando sensazioni di puro piacere per una vita vera e semplice, appunto, naif.

Grande presenza di visitatori in sede di inaugurazione


Alcuni pezzi della collezione "Bottoni Naif" di Luigi Braghiroli in esposizione


Un'opera di Augusto Fantini, presidente del Club delle Arti Reggiane


Opera di Franco Mora

Uno dei "Bottoni Naif" in mostra

Quadri di Dino Fiorini



"Tempus Fugit" di Brenno Benatti

"La prima neve" di Brenno Benatti


Quadro di Fausto Bianchini


"Autoritratto" di Luigi Camellini






Un altro "Bottone Naif" della collezione di Luigi Braghiroli







"Compiti serali" di Dino Fiorini